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Trento, 7 novembre 2009
I VERDI DOPO FIUGGI:
AUTONOMIA E TRASVERSALITÀ POLITICA, PRIORITÀ ECOLOGICA,
RILANCIO DELLA COSTITUENTE ECOLOGISTA

di Marco Boato per il quotidiano Terra

Al recente Congresso di Fiuggi (9-10-11 ottobre 2009) si sono contrapposte due posizioni assolutamente esplicite. Da una parte la dirigenza uscente della portavoce Grazia Francescato, proseguendo un percorso già praticato da mesi senza alcuna legittimità politica (al di fuori di qualunque deliberazione politica e statutaria), ha proposto ai Verdi di confluire nel nuovo soggetto politico di Sinistra e Libertà, che alle elezioni si era presentato come un cartello elettorale con un simbolo composito e che aveva subito una clamorosa sconfitta, del tutto analoga a quella della Sinistra Arcobaleno nelle elezioni politiche del 2008. Due fallimenti elettorali - e la conseguente uscita dei Verdi italiani prima dal Parlamento nazionale (nel quale erano entrati nel 1987) e poi dal Parlamento europeo (nel quale erano entrati nel l989) – non erano dunque stati sufficienti a capire che bisognava cambiare radicalmente rotta: pena il definitivo suicidio dei Verdi stessi, che si erano formati in Italia a partire dall’Arcipelago verde dei primi anni ’80 all’insegna della trasversalità politica e del superamento dei vecchi contenitori ideologici. Dall’altra parte, due mozioni congressuali che, pur distinte, avevano in comune la dichiarazione del totale fallimento di Sinistra e Libertà e il conseguente rifiuto di quella suicida prospettiva politica, insieme alla proposta di un pieno rilancio della autonomia politica e identità culturale dei Verdi verso il progetto della Costituente ecologista, insieme a tutti gli ecologisti italiani disponibili a questo comune impegno.

Questo confronto congressuale era stato preceduto dal lancio, nel mese di luglio, dell’Appello agli ecologisti, rivolto a tutti gli ecologisti italiani, e dalla diffusione, alla vigilia del Congresso, sia dell’Appello all’Italia e agli ecologisti (elaborato da Mario Tozzi e da altri autorevoli ambientalisti) sia dal Documento delle Cinque Terre, elaborato da un altro gruppo di ecologisti. Tutti questi documenti partivano dal crescente ruolo dei Verdi in Europa e  rimarcavano la necessità in Italia di un soggetto politico ecologista autonomo e al di fuori delle vecchie e superate appartenenze ideologiche della sinistra, finalizzato invece alla costruzione comune della Costituente ecologista.

Nonostante l’ingenua arroganza di chi si era dichiarato vincitore prima ancora del Congresso, l’Assemblea di Fiuggi ha sconfessato la maggioranza uscente e ha eletto nuovo presidente dei Verdi italiani Angelo Bonelli, uno dei primi firmatari tanto dell’Appello agli ecologisti quanto della Mozione che in modo più sistematico motivava il rifiuto definitivo di Sinistra e Libertà e il percorso politico e programmatico verso la Costituente ecologista, preceduta dagli Stati generali dell’ecologia politica e seguita anche dalla promozione di un’Eco-Expo, che sappia coinvolgere  le realtà associative, imprenditoriali, artigianali, agricole, insieme al mondo dell’informazione, della rete telematica, della ricerca scientifica e dell’intellettualità ecologista.

Una parte (non tutti) di coloro che sono risultati sconfitti al Congresso di Fiuggi ritiene ora di poter continuare ad agire come se il Congresso non si fosse celebrato e non avesse assunto le proprie deliberazioni, organizzando  (e utilizzando illegittimamente il simbolo dei Verdi a questo scopo) una iniziativa per continuare a perseguire la confluenza dei Verdi dentro al nuovo soggetto politico di Sinistra e Libertà (dal quale, del resto, anche molti socialisti stanno prendendo le distanze).

Appare francamente singolare che chi ha guidato i Verdi per un anno ne dichiari il sostanziale fallimento politico – non rendendosi conto che si tratta in primo luogo del proprio stesso fallimento anche personale – e pretenda che sia lecito continuare a perseguire impunemente il progetto politico bocciato dalle decisioni congressuali. In nessuna forza politica, grande o piccola che sia, questo sarebbe o sarà mai possibile. Una cosa è rivendicare i sacrosanti diritti della minoranza, altra cosa è pensare di poter utilizzare il simbolo dei Verdi per promuoverne la loro scomparsa dentro ad un altro soggetto politico, inevitabilmente concorrente e del tutto estraneo alla storia dei Verdi. Anche la politica ha una propria dignità e coerenza.

Marco Boato

 

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